Caro Elio, cara Patrizia,
ho ricevuto il vostro invito a partecipare alla riunione della associazione che avete fondato a ricordo di Stefano. Vi ringrazio per avermi ricordato, ma non posso venire. Il pensiero di Stefano è stato per me e per le colleghe sempre vivo nel tempo; il vostro sms mi ha fatto conoscere e visitare il sito e rileggere il libro che ricorda il nostro caro Stefano. Non è facile scrivervi, è difficile trovare le parole che possano essere di seppur minimo conforto a chi ha avuto un dolore così grande; so di non poterlo fare. Ma devo dirvi che sono rimasta colpita per l’impegno che avete profuso verso gli altri, anche verso ragazzi in gravi condizioni di bisogno. Ho pensato che questa che avete intrapresa è l’unica strada che ci resta di fronte al dolore, un pensiero di compassione per gli altri. Osservare gli altri. Vedere che hanno lo stesso bisogno di aiuto che abbiamo noi stessi, riuscire ad essere loro vicini con il pensiero, la parola, o con aiuti concreti, come nel vostro caso, sono sicura che faccia stare meglio, aiuti anche a modificare il nostro dolore. Sono in un luogo nel quale osservo grandi sofferenze alle quali non si può restare insensibili, non partecipare. Tuttavia sono i bambini stessi, e spesso anche le loro famiglie, che mi aiutano ad affrontare tutta questa sofferenza facendomi sentire utile, seppur nel mio piccolo ruolo di insegnante. E ogni volta che il mio ascolto è stato attento, sono riuscita ad essere vicina, a sentirmi utile, a strappare un sorriso, mi sono sentita meglio, ho sentito che qualcosa si modificava in me. Credo che siamo tutti legati gli uni agli altri e solo nell’attenzione verso il nostro prossimo possiamo cogliere il vero significato dell’esistenza.
Un grosso abbraccio
Pavia, 17 novembre 2009
Delia Mazzocchi